Il rinnovato interesse per la natura: Telesio e Campanella

 

Telesio: il nuovo sguardo sulla natura

Un aspetto importante della civiltà rinascimentale è il nuovo modo di guardare alla natura: quest'ultima comincia a essere esplorata con gli occhi dello scienziato, che osserva, analizza, avanza ipotesi e spiegazioni. Tale concezione è già in parte presente in un'opera del pensatore calabrese Bernardino Telesio, intitolata "La natura secondo i propri principi". In essa l'autore afferma che l'uomo non deve imporre schemi a priori alla natura, ma deve scoprire le leggi specifiche che ne regolano la vita. Queste leggi si identificano con l'azione di due forze contrastanti, il caldo, forza dilatante e principio di movimento, e il freddo, forza condensante e principio di immobilità, le quali nell'universo si applicano alla materia. Come già aveva detto Aristotele, per Telesio le forze, cioè i principi agenti, e la materia, cioè la massa corporea, non possono mai essere separate: le prime agiscono, ossia producono effetti, solo infondendosi in un corpo materiale; la seconda, passiva, non esiste se non per essere continuamente formata e trasformata dall'azione dei principi agenti. La sostanza, che è dunque data dall'unione di forza e materia, ha un carattere dinamico, consistendo in una storia incessante di generazione, trasformazione e rigenerazione. Secondo Telesio, i filosofi e gli scienziati non hanno avuto l'umiltà di osservare come le cose si verificano effettivamente, ma hanno proiettato su di esse caratteristiche e proprietà che esistevano soltanto nella loro immaginazione; in tal modo si sono costruiti un mondo a loro arbitrio. L'accusa rivolta alla scienza del passato è dunque di essere incurante dell'autentica realtà del mondo fisico. Telesio invita l'intellettuale a indagare il mondo e le sue singole parti, poiché ognuna di esse manifesterà la propria grandezza, forza ed essenza.





Il legame tra magia e indagine naturalistica

Telesio  una superiorità assoluta alla percezione sensibile, a scapito della facoltà intellettiva, e ritiene che tale sensibilità sia diffusa in tutto l'universo. Secondo il filosofo anche gli oggetti materiali hanno una forma di sensibilità, cioè possono percepire la modificazione del loro stato provocata dal contatto con gli altri corpi. Non c'è dunque differenza sostanziale tra organico e inorganico, perché tutti gli esseri sono dotati della medesima facoltà del sentire. Tale visione ricollega in qualche modo Telesio alla magia rinascimentale, che affermava appunto l'analogia tra la natura e l'uomo quale fondamento della possibilità per quest'ultimo di agire sulla prima, ottenendone vantaggi e potere. Bisogna tenere presente che il legame tra scienza e magia è molto stretto: entrambe cercano di comprendere la natura per trasformarla a beneficio dell'uomo, ma la scienza non si affida a procedure ambigue adoperando piuttosto l'osservazione e il calcolo, la ragione e la matematica. 

Campanella e l'esaltazione della scienza e della tecnica

Al pensiero di Telesio si ispira Tommaso Campanella , frate domenicano che, accusato di eresia per l'adesione al naturalismo e al sensismo del filosofo cosentino, fu processato dall'Inquisizione e trascorse in carcere molti anni della sua tormentata esistenza. Uno degli aspetti della sua filosofia è la rivalutazione culturale e pedagogica della natura, tipica dell'età umanistico-rinascimentale. Campanella rifiuta la cultura dei libri, appellandosi all' esperienza diretta della realtà, e dichiara di aver appreso più cose dall'osservazione di un filo d'erba o di una formica che dai libri. Egli reinterpreta la fisica di Telesio alla luce di suggestioni tratte dalla magia e dalla metafisica, che lo portano a sostenere l'universale animazione di tutte le cose del mondo. Queste, al pari degli animali e degli uomini, sono dotate di sensibilità. L'esperienza sensibile è per il filosofo calabrese il centro dell'attività conoscitiva: a differenza della ragione i sensi non hanno bisogno di prove e garantiscono una conoscenza certa. Il fondamento ultimo di una natura intesa come totalità organica è Dio, che crea e governa il mondo attraverso i tre principi fondamentali dell'essere:

- la potenza, che rende ogni cosa necessariamente come dev'essere;

- la sapienza, da cui deriva l'armonia che regge il mondo;

- l'amore, che indirizza ogni cosa verso il suo fine supremo.





L'opera più nota di Campanella è "La città del sole", un testo appartenente al genere letterario dell'"'utopia", sviluppatosi sulle orme di un'antica tradizione risalente alla Repubblica platonica, dove si delineavano le caratteristiche di uno Stato perfetto. In questo testo Campanella propone un modello ideale di società, che egli si illuse di poter realizzare concretamente. L'opera si svolge come un dialogo tra un nobile e un navigatore genovese: quest'ultimo racconta la storia di una città che ha potuto visitare in un'isola equatoriale, città in cui la famiglia è abolita, la proprietà privata e la schiavitù aborrite, il lavoro considerato un grande valore che nobilita l'uomo. In tale società il potere è affidato a un sommo sacerdote, Sol, e a tre ministri, Pon, Sir e Mor, personificazioni rispettivamente della potenza, della sapienza e dell'amore, a cui spetta il controllo dell'attività bellica (Pon), delle scienze e delle arti (Sir), della salute e della riproduzione (Mor). Nell'utopia di Campanella le scienze e la tecnica sono enormemente esaltate, così come la magia e l'astrologia. Egli, inoltre, riserva una grande attenzione alla formazione dei ragazzi, sottolineando non solo la necessità di un'istruzione basata sull'osservazione diretta delle cose, ma anche il bisogno di sradicare dal mondo l'ignoranza, fonte di tutti i mali.

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